I Sette Peccati Capitali

Seminario di Psicoanalisi

18 febbraio 2005 - 17 giugno 2005

PRESENTAZIONE

Il seminario ha preso in esame il peccato come atto strutturante di ogni soggetto ed innesto di tutti gli errori successivi, in particolare di quelli presenti nelle azioni degli uomini e delle donne.

La psicoanalisi, utilizzando gli strumenti clinici ed etici di Freud e di Lacan, si occupa, infatti, del peccato inteso come base del sintomo: esso ha a che fare con il diabolico e con il malefico prodotti dall’inconscio. Peccare, per la dottrina psicoanalitica, non è un atto contro la morale, è piuttosto un atto inevitabile che il soggetto rivolge contro sé e contro il suo stesso desiderio.

Per trasformare la negatività del sintomo, conseguenza del peccato, in positività, lo psicoanalista deve saper riconoscere il peccato capitale nei sintomi moderni che vanno dalla “nevrosi demoniaca” del soggetto attuale alla perversione dell’Altro della Legge. Oltre a possedere questa necessaria consapevolezza lo psicoanalista si deve domandare: “L’uomo può smettere di peccare?”. Ebbene, la psicoanalisi afferma che l’uomo non può smettere di peccare, ma può smettere di perseverare nel peccato: la guarigione è condizionata dal desiderio di guarire, l’uscita dal peccato è condizionata dal desiderio di uscire dall’errore.

CALENDARIO

Il peccato nella clinica psicoanalitica: la privazione e l’eccesso come modalità di godimento.

La superbia, ovvero il narcisismo primario

L’invidia: la questione della privazione (1)

L’ira: la questione della privazione (2)

L’accidia: la questione della privazione (3)

L’avarizia: la questione dell’eccesso (1)

La gola: la questione dell’eccesso (2)

La lussuria: la questione dell’eccesso (3)

Il peccato come trasgressione e la positività del sintomo.

SEDE DEGLI INCONTRI

Istituto Stensen
viale Don Minzoni, 25/f - Firenze

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